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Reattanze induttive

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Reattanze induttive di linea

L'impiego delle apparecchiature elettriche ed elettroniche è in rapida crescita e ciò comporta che un numero sempre maggiore nei settori dell'energia, del controllo e dell'elaborazione dati vengano messi in prossimità l'uno con l'altro influenzandosi reciprocamente durante il servizio. Per un funzionamento privo di anomalie devono tuttavia sussistere condizioni di compatibilità elettromagnetica, cioè di un ambiente elettromagnetico in cui un apparecchio deve avere la possibilità di funzionare in modo soddisfacente senza causare disturbi che risulterebbero inaccettabili ad altri.  
I disturbi elettromagnetici possono causare diversi malfunzionamenti spesso oltretutto, non facilmente diagnosticabili. Tali disturbi provocano crepitii e fruscii nei radioricevitori, errori dati e blocco dei processori nei sistemi computerizzati fino alla perforazione degli isolanti.  
Le reattanze induttive di linea vengono utilizzate come elementi passivi per ridurre le armoniche e il carico sulla rete dove ci siano, convertitori di vario tipo, alimentatori a corrente continua e nella produzione di energie alternative.


Reattanze induttive per motori

Le reattanze induttive di uscita convenzionali hanno un'ottima capacità di accumulo e prolungano il tempo di vita del motore.
Riducono la pendenza del fronte di salita dv/dt verso terra e fra le fasi, riducono la rumorosità del motore, livellano la corrente.
Agiscono come induttanza propria in serie e livellano sia la corrente attiva simmetrica, sia la corrente di disturbo asimmetrica.
La velocità di salita della tensione viene limitata a meno di 500 V/microsec. I picchi di tensione conduttore–conduttore ai morsetti del motore sono inferiori a 1000 V.
Questa soluzione attenua molto bene anche i disturbi condotti nel campo di frequenze inferiori.

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